giovedì 18 aprile 2013

18 aprile 1993: il giorno che conobbi l'ingiustizia

Il 18 aprile del 1993 avevo 7 anni. Mio padre mi portò con i suoi amici al Ritrovo Morabito, unico locale a Reggio dove c'era telepiù, per vedere la partita della Viola.

La Viola, unico orgoglio di una città degradata, insanguinata da due guerre di mafia, umiliata col soprannome di Beirut d'Italia.

Non ricordo molto di quella partita, mi ricordo il locale pieno di gente anche all'impiedi, tutti gli uomini assorti nella semioscurità a fumare centinaia di sigarette e a sperare.
Non mi ricordo molto, ma gli ultimi 3 secondi di quella gara ancora mi bruciano. Non riesco a cancellarli dalla mia memoria, non riesco a cancellare soprattutto ciò che venne dopo.

La Benetton si porta in vantaggio di due punti grazie alla freddezza di Nino Pellacani dalla lunetta. Tolotti rimette la palla in gioco per la Panasonic Viola, Avenia vede Dean Garrett libero sottocanestro e lo serve con un assist che sembra disegnato da un matto. L'americano si alza in volo a rallentatore e schiaccia la palla dentro il canestro del Palaverde di Treviso.

Al ritrovo succede di tutto, urla, lacrime, salti. Per circa 3 secondi. Tanto ci mette l'arbitro Reatto (mi pare) ad annullare il canestro di Garrett. Le immagini della tv chiariranno poi che il canestro era valido.
Saremmo andati in semifinale, se non fosse stato per l'errore (?) arbitrale. Avremmo avuto ottime possibilità di vincere lo scudetto. Il primo posto per l'ultima città d'Italia.

E invece no. Tutti i commentatori (all'epoca un po' meno in malafede che adesso) dissero a chiare lettere che era uno scandalo, che la Viola e Reggio erano state scippate.

Io, impietrito sulla seggiolina del ritrovo, mi sentivo vuoto e pieno di rabbia. Avevo intuito che cosa era successo. Intendo cosa era successo al di là dello sport. Un pezzo d'innocenza se n'è andata per sempre il 18 aprile 1993. Il giorno in cui conobbi la faccia non della cattiveria (quella me l'avevano già insegnata le immagini delle stragi di Palermo) ma l'ingiustizia. Quella gratuita.
Quella che fa trionfare i potenti e soccombere i piccoli, quella che spezza i sogni di chi ha voglia di riscatto.

Quel giorno al ritrovo Morabito fui io a consolare mio padre. Nel cuore avevo una promessa: "Mai più".

Il 18 aprile 1993 conobbi l'ingiustizia. Oggi fanno 20 anni, e ancora non mi ci sono abituato.

1 commento:

  1. Mitico...io ero ad Assisi con il cda del Branco, con Ciccio Manti interrompemmo tutte le attività per vedere la partita. Purtroppo l'ingiustizia la conoscevo da anni e d allora ho un bruciore allo stomaco che non passerà!!!!

    RispondiElimina