Questo è un articolo che ho pubblicato a Luglio di due anni fa. Lo ripropongo oggi così...senza una ragione apparente.
"Faceva caldo a Genova" nel luglio del 2001. A Londra l'aria era umida e appiccicaticcia, e noi ragazzi trovavamo refrigerio sotto i ventilatori anni '60 della sala comune di un piccolo college urbano, a Camden Town, la sede storica dei punk britannici. Io avevo 15 anni e mentre le immagini dei feriti della scuola Diaz scorrevano sul televisore comune, non capivo. Tutti eravamo sgomenti. La voce inglesissima della giornalista, rompeva leggermente le righe della compostezza editoriale di marca anglosassone e muoveva qualcosa dentro di me, bambino educato alla giustizia, prima che alla legge. Ci sarebbe voluto ancora qualche anno per arrivare alla mesta consapevolezza che quell'abuso non era una novità e che per anni, settori deviati e violenti dello Stato avevano azzannato il libero pensiero come fiere impaurite dalla diversità di una strana e giovane preda. Allora guardavo quella tv straniera e i miei occhi fissi le chiedevano il perché. Oggi, 10 anni dopo, mi chiedo per quale motivo alcuni dei responsabili, nonostante l'eccellente e coraggioso lavoro dei magistrati, siano ancora impuniti o, peggio, promossi. Dopo 10 anni, i miei occhi di 15enne pieni di lacrime nel vedere quei ragazzi con le teste spaccate (quasi per fare uscire quelle idee moleste di eguaglianza e pace), i polmoni collassati e le ossa rotte, però, mi fanno capire che devo ringraziare i colpevoli di quel massacro. Grazie, dunque, o esseri brutali, perché con la vostra bestialità mi avete costretto ad essere umano, perché con la vostra violenza mi avete insegnato il valore del dialogo, perché il vostro coraggio beota da servo infedele mi ha fatto capire cosa dovrebbe essere uno Stato democratico, perché le vostre manipolazioni mi hanno fatto amare la verità al punto tale da farne una professione, in senso stretto e in senso di fede. Grazie a voi torturatori, picchiatori, manovratori e colletti bianchi perché quel giorno, alle migliaia di occhi dei quindicenni intontiti di tutto il Paese, con il vostro vuoto e la vostra distruzione, avete regalato la visione e la speranza di un futuro da costruire nella pienezza e nella giustizia.
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