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| Come ci hanno raccontato il nostro futuro |
È la mia generazione, quella dei 30enni nell'anno Domini 2010 e rotti.
Ci hanno cresciuti nell'illusione che il mondo fosse facile, il mondo degli anni 80 e 90: economia rampante, calippo fizz e braccialetti alla fragola.
Ci hanno installato il software sbagliato e, quel che è peggio, ci hanno convinto che la colpa sia nostra.
Analizziamo il fenomeno.
INFANZIA
Il paese dei balocchi. Siamo stati tirati su dai nostri genitori sessantottini e postsessantottini, figli del benessere, figli della cambiale che non era un problema, baby boomers, post-rivoluzionari, democristianidisinistra.
Ci hanno detto che da grandi avremmo potuto essere qualsiasi cosa, così abbiamo iniziato a studiare alle elementari (ai nostri tempi c'erano ancora maestre valide). Nel pomeriggio giocavamo a pallone per strada ma nel frattempo andavamo a lezione d'inglese o di pianoforte. Il nintendo 8 bit era d'ordinanza. Benessere, benessere, benessere. Prospettive a gogò.
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| Come sarà realmente il nostro futuro |
Qualcuno di noi si è appassionato alla politica, qualcuno di noi leggeva, molti di noi crescevano ancora nella convinzione di poter fare parte del mondo. Si studiava, spronati dai genitori a dare il meglio per costruirsi un futuro.
E noi ci abbiamo creduto, abbiamo investito il 90% delle nostre risorse nell'impegno. Qualcuna di esse è andata dispersa negli anni successivi. Colpa degli ormoni.
UNIVERSITA'
Ancora convinti dal sogno italo-europeo abbiamo ceduto alle lusinghe dell'Erasmus, impiegando il restante 10% delle nostre risorse nell'alcolizzarci, chè tanto poi ci laureiamo e troviamo lavoro. Credici. Lol.
PRIME ESPERIENZE LAVORATIVE
Qui è crollato tutto. Ci avevano preparati alla cioccolata e ci siamo ritrovati immersi nella merda. E allora ci raccontarono che era normale, che tutti devono fare gavetta, di andare avanti determinati. Bah, abbiamo continuato fino all'esaurimento delle forze. I più fortunati di noi hanno ottenuto un contratto a progetto. I meno fortunati sono finiti in terapia.
DI CHI E' LA COLPA?
Di chiunque sia non è nostra. O meglio, è ovvio che anche noi, in quanto individui, abbiamo delle responsabilità sull'evolversi della nostra vita, ma in questa situazione storica esse sono marginali.
E qui arriva la bomba!
Udite udite, in verità vi dico: la colpa è dei nostri genitori. Non dico individualmente, dico come generazione.
PERCHÈ?
La generazione dei nostri genitori è riuscita in un'impresa titanica.
I loro genitori (i nostri nonni, per chi ha perso il filo delle ascendenze) avevano preso un'Italia macellata dal fascismo, con le strade sterrate e i bambini affamati (che erano loro) e l'avevano trasformata nella fantasilandia dove sono cresciuti i nostri genitori.
I nostri padri e le nostre madri hanno ricevuto in dono un paese dove potevi costruirti un futuro, dove la fame 1.0 non esisteva, e nemmeno la fame 2.0 propria della nostra generazione.
Laureato? Boom, posticino in fabbrica.
Diplomato? Vieni a lavorare al Comune.
Terza media? Un posto al petrolchimico non si nega a nessuno.
Non contenti di questo paese delle bambole protestarono, i nostri cari vecchi, perché non potevano accoppiarsi selvaggiamente. E la fecero pure passare per una cosa fica! (Geniali e perfidi).
Insomma hanno preso un paese quasi perfetto (ok, non c'era il divorzio ne' l'aborto ma ci saremmo arrivati comunque) e l'hanno reso invivibile in poco meno di 40 anni. Chapeau.
Quando i loro figli (cioè noi), che hanno cercato di crescere amorevolmente viziati, si sono ritrovati a dover pagare loro la pensione, invece di dire "scusateci abbiamo sbagliato tutto", hanno cominciato a raccontarci una bella favola: "È colpa vostra".
E no, cari genitori, la colpa è vostra! Scale mobili, prepensionamenti, mungitura costante alla gigantesca tetta statale, i politici che avete votato, i vostri ideali che avete tradito.
È colpa vostra se abbiamo 30 anni e non possiamo fare figli, colpa vostra se non abbiamo ne' una lira, ne' un futuro ne' delle prospettive. È colpa vostra se siamo più poveri e infelici di voi.
Siamo pronti a perdonarvi se vi assumete le vostre responsabilità. Noi perdoniamo perché ci avete fatto così, cattocomunisti.
IL PROBLEMA
Il problema è che pare non abbiate intenzione di farlo, oltre ad addossarci le responsabilità dei nostri presunti fallimenti, c'è di peggio.
Ogni giorno che il buon Dio manda in terra vi vediamo passare davanti a noi sotto varie forme (professori, esperti, impiegati, burocrati, politici, banchieri, spazzini) a darci lezioni di vita.
Lasciatemi essere chiaro e brutale: non potete insegnarci un piffero.
Non avete la nostra esperienza di vita, non avete conosciuto un briciolo della nostra sofferenza, non avete idea della vita incerta.
Ora vieni, nonna, lasciamo i bambini a riflettere e andiamo a parlare di cose da adulti.
PS: Chiedo scusa ai miei genitori a cui voglio tanto bene e che mi hanno cresciuto con la coscienza critica per scrivere questo sfogo. Di questo non potrò mai perdonarvi.


ironico e pungente...ma è la triste realtà!
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