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La mia faccia quando ho saputo che Renato Accorinti aveva vinto |
Lo so che sono in leggerissimo ritardo, ma l'evento è uno di quelli da metabolizzare a lungo: sono bocconi dal gusto complesso, di quelli che devono esere assaporati lungamente per scoprirne ogni sfumatura e ogni sapore.
Siccome non riuscivo a capire bene - in tutti gli aspetti - cosa fose successo, ho deciso di passare una giornata sull'altra sponda (dello Stretto, of course) per farmi un'idea chiara.
Ecco cosa ho scoperto:
1) MESSINA "CITTA' PALUDE"
Il primo motivo per cui è assurdo che Bomber Renato abbia trionfato è la città di Messina.
La mia città natale (ebbene si, ed è la prima volta che ne sono fiero) è l'epitome, l'archetipo e altre parole fighe, della politica del Sud. Qualcuno l'ha definita - una volta tanto a ragione - la "città-palude".
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La città-palude |
Un intreccio di clientelismo portato all'estremo, interessi economici e politici il cui amalgamarsi rasenta il ridicolo, una società civile iconica per provincialismo e borghesismo estremo. Campioni mondiali di fighetteria in sella a motorini alla moda mentre gli amici politici mangiano qualsiasi cosa dipensando sapientemente posti di lavoro.
Per dare un'idea concreta di cos'era Messina, leggenda narra che l'altissimo numero di inutili (e mai rispettati) semafori presenti in città sia dovuto al fatto che un vecchio sindaco possedesse una società di segnaletica stradale. Epico.
La granita da Doddis, l'arancino da Famulari, il cornetto da Sottosanti, il mare al Pilone. Tutto uguale, tutto un ripetersi di riti immutabili e liturgici per quasi tre generazioni. Messina si è addormentata nel sogno del boom economico anni 60-70 e non si è mai svegliata. Fino ad oggi.
Allora uno si chiede come accidenti sia possibile questa conversione repentina. A mio avviso l'analisi è semplice. Per una serie di fortunate coincidenze, i messinesi hanno avuto l'opportunità di guardarsi finalmente allo specchio, si sono fatti schifo, e hanno deciso di rifarsi il look, ma stavolta sul serio.
2) L'UOMO SOLO
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Renato in cima al Pilone nel 2002 |
Nonviolento, pacifista, bla bla bla (potete trovare su qualsiasi sito la sua biografia completa, adesso), Renato è l'uomo solo.
Però c'è un però! Il secondo motivo dell'assurdità della sua vittoria è che l'uomo solo ha saputo coinvolgere, sempre. Negli anni ha creato un movimento No Ponte unitario, ha fatto rete, ha unito realtà, in una città individualista, eclusivista e profondamente elitarista.
Per le elezioni è stata la stessa cosa: il buon Renato ha mosso - evangelicamente - una montagna da solo, con la forza delle idee.
E' partito solo come un cucciolo sull'autostrada, con le stesse possibilità di riuscita che avrebbe il sottoscritto a una gara di bodybuilding: ampiamente sotto lo zero.
E allora perche ce l'ha fatta? Perchè ha giocato un gioco nuovo: in una città esclusivista ha giocato ad includere, a coinvolgere, ad ascoltare, a spiegare. Non ha promesso, non ha utilizzato doti immaginifiche per pianificare il futuro, ha fatto finalmente sognare i messinesi impegnati da anni a dormire. Lo sforzo d'immaginazione è stato quello degli elettori, non il suo.
E' quasi inspiegabile ma lui e i suoi ce l'hanno fatta.
Qualche illustrissimo collega dei quotidiani nazionali l'ha definito "Il sindaco del No".
Per commentare questa affermazione prenderò in prestito le parole del magistrale Er Pomata, il personaggio di Enrico Montesano in "Febbre da Cavallo": "Questa è la più grande cazzata da che l'omo inventò er cavallo".
Renato è il sindaco di un No e mille Si. Ecco perchè ha rivoltato un sistema cinquantennale come uno di quei calzini che lui non ha usato all'insediamento.
Ha messo davanti alle persone l'idea di una città diversa, di una realtà diversa.
Molti illustrerrimi commentatori nazionali lo hanno scambiato per un sindaco di protesta, un grillino 2.0. Poveri loro, Renato è l'anti-Grillo!
Perché dietro Grillo c'è la voglia di dire No e basta: distruggiamo tutto e poi casomai ricostruiamo.
Vuoto assoluto.
Dietro Renato c'è la cultura, la voglia di costruire una realtà alternativa perchè è bello, quello che di sbagliato c'è attualmente sarà distrutto in maniera automatica dalla bellezza.
Sono due approcci alla vita completamente speculari, non so se riesco a spiegarmi come vorrei.
Insomma per farla breve, Accorinti non è il Santone del No, ma il Guru dei Si. E mizzica se c'è differenza.
3) LA TRASVERSALITA'
In termini di politica più hard, a Messina è succeso un altro miracolo. Frange interessate al cambiamento dei vecchi partiti (quindi omunque persone estranee al sistema), hanno tramato in segreto per rovesciarlo. Hanno spinto Accorinti verso il ballottaggio senza che lui glielo chiedesse.
Non chiedetemi come faccio ma so per certo che è così. La politica sana della città ha fatto di tutto per far perdere i due candidati di Pd e Pdl, a favore di Renato.
Felice Calabrò incontra i giovani dei partiti |
Ora, se questo fosse stato un giochetto architettato in riunioni segrete, non sarebbe certo un fatto degno di nota. Il problema è che i congiurati non si sono nemmeno messi d'accordo tra di loro: l'hanno fatto per senso di responsabilità.
Roba da fare cadere la barba a Renato per lo stupore.
Questo è il terzo, assurdo, motivo per cui Renato Accorinti è il nuovo sindaco di Messina. I giovani dei partiti hanno deciso di sognare insieme a lui per poter rovesciare i sistemi che li tengono fuoi dalla politica. E tanti saluti ai vecchi Soloni (con nickname tipo sanluigi68).
4) LO SGAMONE
Il quarto motivo per cui è accaduta l'assurdità è lo sgamone.
Per quanto sia assurdo e miracoloso, lo sgamone è molto semplice.
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Un elettore messinese capisce chi c'è dietro Calabrò |
E' il caso del povero Felice Calabrò, candidato sindaco del Pd. Una persona perbene.
Lo sgamone consiste nel fatto che - incredibilmente - i messinesi sono riusciti a cogliere un fugace indizio di ciò che succedeva alle spalle del povero Felice e, scusandosi con lui, hanno votato Accorinti.
SGAMONE!
5) LA BICICLETTA
A dispetto di ciò che rischia di diventare, posso con relativa tranquillità affermare che Renato Accorinti non sia Gesù Cristo figlio di Dio. E' - assurdamente - un essere umano.
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Da sinistra: Little Mario, io, Renato |
L'ho toccato (in modo educato) e posso affermare con certezza che è la stessa pesona che ho saltuariamente conosciuto nell'arco degli scorsi 10 anni, non è stato assunto in cielo, non è stato insufflato di Spirito Santo.
E' una persona, non un politico.
Attenzione però, non si ammanta nemmeno dell'aura di cittadinismo propria dei grillini, unti dal popolo anzichè dal Signore per distruggere la Ka$ta. (SVELIA11!!1).
E' lo stesso cristiano con cui chiacchieravo ai cortei No Ponte, solo che ora fa il sindaco (epiteto con il quale l'ho appellato anche se so che non me lo perdonerà mai).
Si ferma a parlare con la gente, ma si vede che non è una concessione. Nel fatto che lui si fermi a parlare non c'è la notizia: l'ha fatto prima e continua a farlo.
Dunque il quinto e più assurdo motivo per cui Renato Accorinti è sindaco di Messina è che è un messinese normale. Solo che, per una volta, è la rappresentazione della parte migliore dei messinesi.
6) CONCLUSIONE
Sono molto contento. E per questo metto questo video quiggiù.